24 ottobre 2025

Patto di famiglia verticale per facilitare i passaggi d'azienda fra generazioni

Patto di famiglia e circolazione dei beni di provenienza donativa sono stati i temi al centro del 61° Congresso nazionale del Notariato, svoltosi a Roma dal 16 al 18 ottobre.

Il patto di famiglia, introdotto nel 2006, intendeva stimolare il passaggio generazionale nelle imprese. Ma oggi ha bisogno di essere perfezionato per avere successo. «Perché finora non ha funzionato secondo le aspettative? Perché oggi è concepito in orizzontale: al figlio spetta liquidare gli altri eredi e spesso non ha la capacità economica di farlo», ha spiegato Vito Pace, presidente del Consiglio nazionale del Notariato. «Per questo, come categoria chiediamo di introdurre un patto verticale, così da allargare la platea dei beneficiari».

Una modifica che potrebbe soddisfare anche le esigenze dei giovani imprenditori se affiancata da personalizzazione, flessibilità e dialogo tra le generazioni. «Da una nostra ricerca condotta a maggio 2025, emerge che per il 30% dei giovani imprenditori è importante rinnovare e trasformare l’azienda per essere competitivi, allargare il business e aprirsi a nuovi mercati», ha illustrato Alice Pretto, vicepresidente dei giovani imprenditori di Confindustria. «Il 54%, inoltre, vorrebbe mettere in pratica una governance più inclusiva perché più sensibile ai temi della diversity».

Sul tavolo delle proposte rivolte alle istituzioni i notai hanno messo anche la necessità di affrontare la riforma dei patti successori, almeno di quello rinunciativo, per chiudere il cerchio vista l’approvazione in Senato del Ddl Semplificazioni, che modifica le regole sulla circolazione dei beni di provenienza donativa. «La riforma serve a snellire e rendere fluido il trasferimento dei beni e non è una modifica nell’interesse dei notai ma dei cittadini», ha commentato Francesco Paolo Sisto, viceministro della Giustizia. «Da oltre dieci anni il Notariato proponeva al Legislatore di intervenire su questa normativa, divenuta oramai anacronistica», ha aggiunto Pace, ricordando che ogni anno in Italia si contano oltre 200mila donazioni immobiliari. Tuttavia, di molti di questi beni i legittimari possono richiedere la restituzione in caso di lesione della legittima. Un meccanismo che impatta sul mercato immobiliare, rendendo difficili le transazioni e l’accesso al credito.

La proposta del Notariato mira a superare questo nodo, stabilendo che i legittimari non possano più chiedere la restituzione di un immobile donato a un terzo acquirente, avendo quindi certezza che non potrà essere rivendicato. Questo approccio tutela il principio di equità, assicurando che gli eredi ricevano compensazione adeguata.

Camilla Colombo Camilla Curcio - Il Sole 24Ore