14 novembre 2025

Riforma Fiscale, le prossime tappe: ecco il "Piano Leo". Cosa cambierà.

La macchina della riforma tributaria non sembra ferma ai soli proclami, almeno stando a quanto dice il viceministro Leo. Il percorso di attuazione segue la direzione indicata dalla legge delega e ha già prodotto risultati concreti. Il viceministro dell’Economia e delle Finanze Maurizio Leo, in un articolo scritto in prima persona e pubblicato su Ipsoa in occasione del Forum FISCALE 2025, XIV edizione, rivendica il lavoro svolto e sintetizza numeri e priorità con parole nette.

"Il percorso di attuazione della riforma tributaria sta avanzando nel solco tracciato dalla legge delega. Ad oggi abbiamo approvato 16 decreti legislativi, mentre altri 3 hanno ricevuto il via libera preliminare dal Consiglio dei Ministri. Contestualmente, sono stati pubblicati in G.U. già 5 Testi Unici, mentre un altro è stato approvato in via preliminare".

La fotografia è quella di una riforma che, dopo la cornice di principi, sta scendendo nelle norme operative. La logica è di razionalizzazione e sistematizzazione: meno dispersione, più coerenza, con Testi Unici che raccolgono in un corpo organico regole finora stratificate in leggi, circolari e prassi.

Il calendario politico-amministrativo: obiettivo fine 2025

L’orizzonte temporale è scandito con precisione, quantomeno sulla carta. Leo chiarisce che la fase finale dell’attuazione passa per la chiusura dell’iter dei decreti già sottoposti al vaglio parlamentare: “Pertanto, il nostro obiettivo è approvare definitivamente in Consiglio dei Ministri, entro la fine del 2025, i decreti legislativi esaminati dalle competenti commissioni parlamentari”. Tra questi, un’attenzione particolare va al decreto sul Terzo settore, con ricadute operative di rilievo.

Il punto di caduta sarà il 1° gennaio 2026, data a partire dalla quale entrerà in vigore il nuovo regime fiscale per gli enti iscritti al RUNTS. Anche qui, Leo offre alcuni esempi molto concreti da cui si capisce l’impatto pratico delle scelte. "Dal 1° gennaio 2026, i soggetti iscritti al RUNTS saranno soggetti a un nuovo regime fiscale e il decreto conterrà una serie di misure che vanno incontro alle esigenze di questi soggetti: penso, a esempio, alla sterilizzazione delle plusvalenze figurative piuttosto che al rinvio del passaggio del regime IVA, da escluso a esente". Tradotto: norme pensate per evitare effetti distorsivi e dare più tempo per l’allineamento al nuovo perimetro IVA, senza penalizzare il mondo non profit.

Cooperative compliance: meno contenziosi, più fiducia (se si gioca d’anticipo)

Un altro tassello strategico della riforma riguarda l’adempimento collaborativo. Non è un tecnicismo per addetti ai lavori, ma un cambio di impostazione nei rapporti tra contribuenti e Amministrazione finanziaria. L’idea di fondo? Passare da un modello difensivo, fondato su controlli e sanzioni ex post, a un patto di trasparenza preventivo, che qualifica e stabilizza i comportamenti fiscali riducendo l’incertezza applicativa.

Leo ha chiarito anche la funzione-architrave di questo strumento: “Ritengo che l’adempimento collaborativo rappresenti una delle leve più importanti per trasformare in positivo il rapporto tra amministrazione e contribuente”. La riforma, prosegue, ha ampliato le maglie di accesso, adottando criteri progressivi che consentono anche alle imprese di medie dimensioni di entrare nel perimetro, e non più soltanto ai big.

Il cuore del meccanismo è la prevenzione: “Quando il contribuente è messo in condizione di conoscere in anticipo l’interpretazione delle norme dell’amministrazione finanziaria, può conformare correttamente il proprio comportamento".

E il risultato atteso? Meno incertezza interpretativa e “un’adesione spontanea, che è il vero obiettivo di un sistema fiscale moderno". Per i professionisti e i responsabili fiscali d’impresa, questo di fatto significa investire in mappature dei rischi, tax control framework e interlocuzione strutturata con il Fisco. Il vantaggio è duplice: prevedibilità delle scelte (anche di bilancio) e riduzione del costo del contenzioso.

Intelligenza artificiale: efficienza sì, ma con la regia umana

Nel cantiere della riforma fa irruzione anche l’Intelligenza artificiale, chiamata a supportare le attività analitiche e di controllo dell’Amministrazione. La linea di governo illustrata da Leo è improntata a equilibrio: innovazione senza automatismi ciechi. Il perimetro applicativo è ampio: analisi dei dati, incrocio delle informazioni, segmentazione per classi di rischio; tutti ambiti dove l’IA può generare efficienza e tempestività.

La premessa, però, è non negoziabile: “L’intelligenza artificiale, se ben governata, rappresenta uno strumento di potenziamento dell’efficienza amministrativa”. E ancora: gli algoritmi vanno sempre affiancati da professionisti qualificati, in grado di leggere le sfumature del caso concreto e di contestualizzare l’esito delle analisi.

L’avvertenza è doverosa: “Il nostro approccio è ispirato a un principio di equilibrio: sì all’innovazione tecnologica, ma senza mai rinunciare al grande capitale umano del quale la nostra amministrazione finanziaria può vantarsi”. Quindi benissimo un ambiente più data-driven, ma con la possibilità di interloquire su criteri, segmentazioni e rischi; un contesto nel quale la documentazione (processi, scelte, metodologie) conta quanto e più del mero adempimento formale.

Cosa aspettarsi nel 2025

Se dovessimo riassumere cosa attenderci per il 2025, conclude Leo, potremmo fissare questi tre punti:

  • Chiusura del cantiere normativo: entro fine anno, l’Esecutivo punta a portare in approvazione definitiva i decreti già esaminati dalle Commissioni parlamentari, consolidando quanto avviato con i 16 decreti e i 5 Testi Unici già pubblicati

  • Terzo settore al centro: il decreto dedicato punta a stabilizzare il quadro fiscale per gli enti iscritti al RUNTS, con interventi come la sterilizzazione delle plusvalenze “figurative” e il rinvio dell’entrata nel regime IVA esente, così da consentire un transito ordinato verso le nuove regole

  • Compliance e tecnologia come leve di sistema: estensione dell’adempimento collaborativo oltre le grandi imprese e adozione responsabile dell’IA nei processi amministrativi, binomio che promette meno contenzioso, più certezza e controlli più mirati.

 

Fiscal Focus - Miriam Carraretto